lunedì 11 marzo 2013

Il mio primo giorno in Neonatologia

                                                                             
Inizio questo post con in mente una frase che mi ha detto ieri il mio figlio grande, di 2 anni e mezzo, quando stavamo guardando insieme il programma "24 ore in sala parto" su Real Time. Hanno fatto vedere un reparto di patologia neonatale di un ospedale italiano dato che una ragazza ha partorito un bimbo prematuro alla 30esima settimana di gravidanza e quando ha visto i bimbi nelle culle termiche mi ha detto: << Mamma, poverino quel bimbo è da solo nella culla, senza la sua mamma e il suo papà!!>>.
Mi sono sentita morire. Anch'io avevo questo brutto pensiero quando vedevo la mia piccola Maya dentro la sua culla e soprattutto quando io e mio marito tornavamo a casa e la lasciavamo sola con dottori, infermieri e suoni dei monitor.

La mia esperienza ve l'ho raccontata nei minimi dettagli qui ma i giorni trascorsi nel reparto di patologia neonatale sono stati tanto duri e difficili che ho pensato di descriverveli in un post a parte.
Maya è nata l'11 gennaio 2013 alle 13:45 con taglio cesareo d'urgenza e io sono tornata in reparto alle 19 perché ho dovuto fare 2 trasfusioni per il tanto sangue perso. Il reparto di patologia chiude alle 19:30 ma le mie condizioni fisiche e sì diciamolo pure anche psicologiche non mi permettevano di andare a trovarla, non ero nemmeno in grado di stare seduta sul letto, figuriamoci stare in piedi e camminare. E' stato mio marito che l'ha accompagnata in reparto con i dottori dalla sala parto ed è stato un pò con lei e poi mi ha riferito ogni piccolo particolare che la riguardava. Conosco molto bene mio marito, l'ho proprio visto molto provato e da ciò che mi stava descrivendo mi rendevo conto che ne aveva tutte le ragioni.
Il primo giorno dopo il cesareo non stavo ancora bene nonostante il mix di medicinali che gli anestesisti somministrano ma non ce l'ho fatta a stare nel mio reparto e non andare da lei. Dovevo vederla e coccolarla, fino al giorno prima era dentro di me e di carezze e parole dolci ne aveva sentite tantissime a lei dedicate, come poteva stare senza?

Avevo molta paura a varcare la soglia del reparto di Patologia Neonatale perché non sapevo cosa aspettarmi, soprattutto dopo il racconto di mio marito. Ho percorso il corridoio che portava dalla mia stanza a quella del reparto con molta titubanza e timore, ma avevo dentro di me una gran voglia di vedere la mia piccola.
Mi sono completamente abbandonata alle cure sia fisiche che psicologiche di mio marito, ero in piena confusione e non sapevo come muovermi e cosa guardare. Mi ha aiutata a mettere i copri scarpe e il camice verde e mi ha spiegato come lavarmi accuratamente le mani con il sapone rosso disinfettante. Alla sua domanda "Amore sei pronta?" non sapevo cosa rispondere: non sapevo se era più grande il mio impulso di scappare via o il mio desiderio di conoscere Maya e vedere come stava. Siamo usciti dalla saletta filtro e siamo entrati nella stanza di terapia intensiva numero 2, l'infermiera ci ha detto che Maya era nella culla nell'angolo di sinistra. Abbiamo fatto i pochi passi che ci separavano dalla sua culla e l'abbiamo raggiunta.

Vedere un bimbo in terapia intensiva vi assicuro che non è per niente semplice e se quel bimbo è vostro figlio è una cosa indescrivibile.  La foto che ho messo di lato non è della stanza di Maya ma è della stanza dove i bimbi sono nelle culle riscaldate aperte, step successivo alla terapia intensiva,ma almeno potete vedere un ambiente del reparto.
Maya aveva cannette dovunque: una sul naso che passando per le corde vocali la aiutava a respirare, una sulla bocca che arrivava direttamente allo stomaco e permetteva alle infermiere di aspirare i suoi succhi gastrici, 2 sul cordone ombelicale per nutrirla, una su un piede attraverso la quale le somministravano i medicinali e qualcosa sotto l'altro piede per misurarle la pressione costantemente. Aveva vicino a lei un monitor che misurava un sacco di parametri e la macchina che la aiutava a respirare e che faceva un gran baccano.
Era dura guardarla ma non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Era la mia bimba, la mia splendida creatura, il mio angelo e la mia soddisfazione di mamma. Attraverso i 2 oblò che aveva la culla da entrambi i lati io e mio marito l'abbiamo accarezzata dalle 15:30 alle 19:30, insomma tutti i minuti in cui il reparto viene aperto ai genitori.
Quando abbiamo dovuto salutarla mi sono sentita disperata, senza forze, senza voglia di niente e in pieno sconforto. Come facevo a tornare nel mio letto nel reparto della Clinica Ostetrica e lasciare la mia piccola Maya lì da sola????
Questa domanda me la sono sempre fatta, non c'è stata sera in cui non l'ho fatto, ancora di più dopo che mi hanno dimessa e tornavo a casa. Ma il proseguio della sua degenza ve lo racconterò nel prossimo post, ora continuare a ricordare particolari mi fa stare troppo male.

5 commenti:

  1. Sono dolori troppo grandi. Non si dimenticano, impariamo solo a conviverci <3 Mi piacerebbe sapere di piu' se ti va

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  2. Hai ragione Antonella si impara proprio a conviverci..seguimi e post dopo post conoscersi meglio me e il mio piccolo angelo. Se vuoi intanto puoi leggere il post intitolato La mia esperienza e inizierai a capire.A presto

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  3. Le tue sono parole tristi ma descrivono così bene quel che si prova, il senso di smarrimento, la colpa nel lasciarli li, il non poter prenderti cura di loro come vorresti. Quante lacrime percorrendo il corridoio di uscita, ho versato.

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  4. Ciao Francesca...posso solo dirti che un genitore che vede un figlio stare male e poi andare via e' davvero una cosa durissima e non naturale...siamo piu' vecchi di loro, e loro dovrebbero crescere e vedere andare via noi, non il contrario...
    leggo che tutto questo non ti e' successo molto tempo fa..be' secondo me sei molto brava...nonostante il dolore sento dalle tue parole grinta forza, voglia di continuare..e scrivere di questa esperienza non potra' che farti bene..continua a farlo..ti aiutera'...
    darling

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  5. Non avevo idea..... Mi spiace di non essere passata prima qui, dal tuo blog

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